Il Borgo

Non lontano dal versante destro del fiume Tronto, si erge dolcemente arroccato su una collina l’antico borgo di Colonnella, in splendida posizione panoramica con vista che spazia dal Gran Sasso ai Sibillini fino al mare. Il paese custodisce suggestive piazzette e viuzze, dette “rue”, con angoli caratteristici e monumenti interessanti che rievocano parte della sua lunga storia di 1300 anni.

Una lunga scalinata, realizzata nei primi anni del Novecento, conduce alla piazza del Popolo e al centro storico della deliziosa cittadina, dominata da una chiesa e da una torre dell’orologio.

Subito a lato, appena giunti, si possono ammirare una bella fontana e, custodito sotto il portico, un lavatoio in uso negli anni passati e risalente alla fine dell’Ottocento. Al secondo livello della suggestiva scala, simbolo per eccellenza di Colonnella, al centro di Piazza Garibaldi, vi è un monumento ai caduti inaugurato nel 1936 dal Maresciallo d’Italia Pietro Badoglio in onore dei cittadini che persero la vita nella prima guerra mondiale: i loro nomi sono incisi su tre lapidi a cui tempo fa è stata aggiunta una quarta stele dedicata ai Caduti del secondo conflitto globale. L’ingegnere Emidio Fiore di Teramo progettò la struttura marmorea mentre il gruppo bronzeo che è possibile ammirare sul monumento venne realizzato dallo scultore Antonio Mazzotta. Inoltre, tra le due rampe di gradini, venne piantato un leccio, gesto voluto dal Duce che con un albero volle ricordare in tutti i comuni italiani il suo fratello minore Arnoldo Mussolini, morto improvvisamente alla vigilia di Natale del 1931.

Proseguendo nel viaggio attraverso il borgo, si giunge in piazza del Popolo, dopo aver percorso l’intera scalinata, in cima alla quale si trova la chiesa dei Santi Cipriano e Giustina. L’edificio religioso è stato costruito nel XVIII secolo per opera dell’architetto Pietro Maggi e poi concluso dal figlio di questi, Gaetano, nel 1816.

All’ingresso del paese, provenendo da San Giovanni, è ancora possibile vedere un esempio di “pianciaia” o “pinciara”, abitazione tipica dei centri rurali fino a 50 anni fa.

Sono una ventina gli esemplari ancora in piedi sul territorio, ultimi sopravvissuti tra le tante case realizzate un tempo dai contadini impastando terra e paglia. Ben isolate dal punto di vista termico, erano dotate di poco spazio interno e ridotte aperture per porte e finestre, oltre ai limiti di tipo strutturale.

Alcune di queste case in terra cruda sono state oggi restaurate mentre altre sono ancora in uso, per lo più come rimesse agricole o locali di servizio.

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